Le autorità francesi sequestrano la CABA per presunte irregolarità doganali. Cavalla e Balbo portano la macchina ad Algeri; tutti i loro tentativi per sbloccare la situazione falliscono. Il lavoro procede e, nel maggio del 1933, i due espongono in una mostra a Setif.

 

"… poi,  non so, mi pare un bisticcio col mio compagno o meglio una disputa assai seria  cominciò a preparare la parola fine al prologo del mio viaggio.

Nei giorni che seguirono la disputa, respirai meglio. Forse la decisione di lasciare libero un buon amico o quella di liberarmi di un cattivo compagno, mi fecero decidere ad abbandonare Setif. Poi, con Mario si parlò chiaro, infine, due mesi più tardi verso la metà di luglio, discesi a Bougie. E fui solo"

 Bougie 1933

" Gli avvenimenti più che io stesso mutano le mie disposizioni. Mi trovo ancora a Setif preso nella Casa degli Italiani. Passo così l’estate lavorando poco, facendo frequentissime gite al mare ed aspettando che un altro avvenimento mi faccia abbandonare questa città che non amo eccessivamente.

Ricevo nel frattempo una comunicazione di Curti che mi prega occuparmi di un’organizzazione di commercio di fiori nell’Africa del Nord. Me ne incarico volentieri, non per disprezzo all’arte, ma per distrazione. Organizzo e verso l’autunno lascio Setif iniziando un giro di propaganda per il mio nuovo commercio. Costantina, Bona, Philippeville. Trovo i clienti, il magazzino, le spedizioni iniziano e quando tutto è a posto  mi informano che per necessità imposte non c’è più nulla da fare”.

"13 febbraio 1935 -  Mi trovo ad Algeri con molte cose in testa, con pochi soldi in tasca,

ma con una matta voglia di lavorare, molte buone speranze ed un’ottima amica a Setif. Jane".

 

Così finisce il diario della CABA.