"Bordighera ha potuto seguire Balbo nella sua infaticabile, appassionata e disinteressata opera di organizzatore di importanti manifestazioni artistiche; ma in questi stessi anni l'artista ha continuato a lavorare alla sua opera pittorica e plastica con profondo amore, in silenzio, in un isolamento ostinato e difeso con ammirevole dignità umana".

Nel 1966 è nominato Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica e presenta una Mostra personale a Torino alla Galleria del "Piemonte artistico Culturale".

"L'antologica torinese documenta oltre un quarantennio di pittura. Ciò che più colpisce, ad un attento esame delle opere esposte, è una costante che lega e caratterizza tutti gli aspetti della produzione pittorica di Balbo: l'amore per "il mestiere". Un amore dichiarato, a volte persino ostentato, che porta il pittore a gioire, a trarre piacere dall'atto del dipingere. Amore per il colore, per la materia pittorica che il pittore vuole dominare e piegare alla sua visione ricorrendo persino all'uso delle dita nella stesura ed ottenendo così effetti di straordinaria morbidezza.Ma in una sapiente sconcertante economia del mezzo pittorico, il colore appare "filtrato", prezioso, spesso con risultati di grande raffinatezza. Al tempo stesso l'impianto del quadro è sempre sicuro, sostenuto, vigoroso. Alcuni temi ricorrono lungo tutta la produzione del pittore: i paesaggi keniani e quelli dell'entroterra ligure, le marine, gli uliveti, i fiori, le nature morte, l'uva, gli angeli. i pescatori".

"Il bellissimo "Bambino delle pianete", commovente nella sua dolente umanità. Senza dubbio il quadro più patetico della mostra".

"L'uomo che fuma"1930. Quando si badi all'anno di esecuzione e si pensi alla vuota retorica imperante nella pittura "ufficiale", si dovrà convenire che questa penetrante figura, scevra di atteggiamenti eroici, è già un'opera di rottura".

"La "Marina" del 1942... finissima nei suoi grigi. Sappiamo che fu dipinta in Africa, nel campo di prigionia, a memoria. Circostanza che ci fa riflettere sull'uomo e sulle sue sorprendenti capacità artistiche".

"Il meccanico" ... Forse l'opera più vigorosa della mostra. Fortemente plastica, monumentale nella sua equilibratissima struttura compositiva".

Articolo di Enzo Maiolino - L'Eco della Riviera 15 settembre 1966.